Se l’investimento nelle azioni della propria squadra del cuore è in questo periodo di emergenza coronavirus a rischio elevato, quello nelle obbligazioni non è da meno. Infatti, così come per i bond di qualsiasi altra società, anche nello sport la differenza di prezzo tra chi compra e chi vende è così ampia che non si riesce a chiudere la transazione. Se l’emergenza non permetterà ai campionati e alle coppe di terminare, le società saranno in forte stress finanziario specie a causa dei pagamenti da diritti televisivi che potrebbero essere interrotti.
I guadagni e le spese del settore
A fronte di questi mancati introiti le uscite potrebbero però ridursi: per esempio le spese legate agli spostamenti, alla manutenzione dello stadio e agli stipendi dei giocatori che potrebbero essere rinegoziati, oppure a quelle di natura fiscale che beneficerebbero di un rinvio o ancora meglio di uno sconto sulla base della proposta che verrà indirizzata al Governo dalla Federcalcio. Diverso è il caso di posticipo del campionato che comporterebbe un semplice rinvio dei flussi di cassa e non dovrebbe rappresentare un problema per i club più solidi.
Quali sono i rischi di un bond
Come valutare però il rischio di un’obbligazione? Uno dei parametri “guida” che i mercati finanziari riconoscono è il rendimento (gli altri sono la liquidità, il cambio e la solidità dell’emittente): più è alto, più l’investimento viene percepito rischioso dal mercato. E nel caso dei bond delle società calcistiche europee il rendimento è sensibilmente aumentato dall’esplosione del contagio in Italia. Il rischio principale che si corre dunque in questo tipo di bond è che in caso di vendita anticipata (cioè prima della naturale scadenza), si potrebbe incorrere in un deprezzamento del titolo in conto capitale e non riottenere dunque quanto inizialmente investito.
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